Un nuovo approccio alle relazioni: comunicazione strategica, leadership innovativa e sempre più femminile
di Francesca Lecce
"Senza cambiamento non c'è innovazione, creatività o incentivo al miglioramento. Chi avvia il cambiamento avrà maggiori possibilità di gestire il cambiamento che è inevitabile". Queste sono le parole del fisico americano William Pollard e sono altrettanto vere nel mondo di oggi, frenetico e in continua evoluzione. Un'evoluzione e una bramata frenesia che non sempre porta al successo a lungo termine. Una leadership innovativa invece dovrebbe concentrarsi sulla creazione di una relazione di fiducia e rispetto tra il leader e i suoi collaboratori. Un tipo di leadership che si fondi sull'idea che ogni individuo ha un potenziale unico che può essere evocato e sviluppato attraverso l'influenza positiva di un leader in evoluzione.
Se pensiamo al passaggio sottile tra comunicazione efficace a comunicazione strategica: evoluzionando il mondo delle relazioni, ci catapultiamo sempre più in un mondo complesso e interconnesso e per giungere a obiettivi sfidanti occorre costruire una rete di relazioni strategiche che ci permettono di raggiungere quegli obiettivi che da soli, attraverso una comunicazione efficace, non saremmo in grado di raggiungere. In questo approccio alle relazioni appare più funzionale la presenza femminile, che risulta essere sempre più in crescita, nei dirigenti privati, aumentate dell’8,1% nel 2022, contro il 2,7% degli uomini, ma soprattutto cresciute del 91,7% dal 2008, rispetto al calo del 4,6% degli uomini.
Lo strumento della comunicazione strategica
La presenza femminile all’interno del tessuto economico regionale e nazionale appare sempre più determinante. Proprio come suggerisce E.Perel “la qualità delle nostre relazioni determina la qualità delle nostre vite”. E’ necessario dunque sviluppare competenze relazionali e, pertanto, più di qualsiasi altra figura aziendale, il leader può trarre beneficio dall’applicazione dei principi della "comunicazione strategica", che mira a costruire relazioni durature nel tempo per conseguire obiettivi sfidanti in contesti complessi. E, in un mondo complesso, stressante e con tratti sempre più narcisisti, la comunicazione strategica si presenta come uno strumento utile per chi ambisce a diventare un leader che cura le relazioni e valorizza/supporta gli individui come unici, cercando di soddisfare le loro esigenze e aspettative.
Come la comunicazione influenza la costruzione della realtà
Abbiamo mai realmente pensato agli effetti che la comunicazione ha nei modi costruire la realtà? Il linguaggio non come un mero strumento di passaggio dell’informazione ma come un modo di essere nel mondo che cambia il mondo e il mondo che cambia noi, quindi un’interazione costante che nessuno di noi può evitare. La comunicazione intesa non solo con le parole (verbale e non verbale), ma come tutto quello che riguarda l’argomentazione dei significati e come questi vengono organizzati nel comunicare. Pensiamo solamente al fatto che se noi non avessimo il linguaggio, l’evoluzione degli esseri umani non sarebbe stata quella che poi è stata. Ci sono alcuni fattori della comunicazione che rimangono invariati da millenni, ovvero quando gli esseri umani comunicano tra di loro e quando comunicano con loro stessi, ovvero la mente con la mente e la mente che comunica con altre menti. Benché la società e le aziende si siano così strutturate tecnologicamente, le persone continuano a influenzarsi l’un l’altra attraverso la comunicazione. Il linguaggio è ritenuto infatti la capacità più sublime. Il potere delle parole e dei gesti, la magia che la relazione interpersonale e la relazione tra il sé e il sé funziona comunque sempre per codici linguistici.
La comunicazione è la colonna portante di come ognuno di noi costruisce la sua realtà: una realtà che può subire o gestire. Quando siamo davanti a questa inevitabile realtà - il potere della comunicazione - possiamo scegliere in qualità di leader strategico e evoluto di fare lo struzzo, che mette la testa sotto la sabbia, e moralmente dire “non mi voglio interessare di tutto ciò che è comunicazione che influenza, persuade, convince, manipola perché mi sembra una cosa immorale”, oppure scegliere di non fare questa scelta e delegare ad altri il diritto di farlo. Questo tipo di leadership strategico evoluta, da me suggerita come formatore breve strategico, consente di studiare il più possibile le forme della comunicazione persuasoria per farne l’uso migliore. Lo strumento in sé non è da vagliare né buono né cattivo in quanto è l’uso che ne facciamo che lo rende tale.