La grande macchina dei soccorsi: come si gestiscono quegli istanti infernali in una maxi emergenza

La grande macchina dei soccorsi: come si gestiscono quegli istanti infernali in una maxi emergenza
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Sono in emergenza da 23 anni potrei spiegare come si muove la macchina dell'emergenza quando avvengono certe sciagure. Cosa è accaduto a Firenze in via Mariti? Ci sarebbe molto da dire, anche perché i protocolli che studiamo per le maxi-emergenze sono molto complessi, anche da applicare. L’unica certezza è che anche in questa occasione, per un evento così tragico e di queste dimensioni, la macchina dell’emergenza si è saputa muovere con tempestività e competenza.

Dietro i camion dei Vigili del fuoco, dietro le ambulanze e le automedica che si vedono di primo impatto, c'è una moltitudine di persone. Una macchina che è partita dalla prima delle tante telefonate sopraggiunte al momento della catastrofe e dalle tante altre che sono arrivate a cascata dietro, concentrate in pochi minuti, momento in cui la centrale dell’Emergenza è andata in sovraccarico. Quello che mi sento di dire, in realtà, è che tutta questa professionalità e tempestività che si è vista durante il servizio è la stessa che è stata impiegata durante la pandemia Covid 19. Quella è stata un evento dal quale partire per fare il punto e migliorare le cose. Ma non a parole e senza false promesse al personale che è sempre in prima linea. E dovremmo farlo senza epiteti tipo “angeli”, da attaccare come etichette, con tanto di pacche sulle spalle. E soprattutto senza il solito metodo del “tempo che passa”, perché anche nei fatti più gravi, dopo il gran clamore e la risonanza della notizia, si ricomincia come prima, con gli stessi problemi.

La maxi-emergenza in ogni modo, per dare delle informazioni più nel dettaglio, è un evento che dovrebbe essere raro anche se ultimamente non troppo, come abbiamo già visto per recenti pandemie o alluvioni. Essa può costituire una seria minaccia per la sicurezza di una comunità e spesso coinvolge un numero così alto di persone da richiedere l'adozione di misure speciali e il coinvolgimento di un gran numero di forze in campo. È per questo che interviene un piano di team working, nell'ottica di mitigare il rischio di improvvisazione in un contesto di emergenza sanitaria, una potente macchina che è coinvolta in questi casi ed è lì a proteggere ognuno di noi.

Per definizione la maxi-emergenza si verifica in quei casi in cui si possono non avere risorse sufficienti a fronteggiare l'evento, perché il numero dei feriti è superiore al personale disponibile. Classificare la situazione come maxi-emergenza spetta ai servizi di emergenza che si impegnanp ad attivare tutte le procedure del caso, determinando l'area circostante l'incidente e allertando ospedali ed equipe mediche specialistiche e coinvolgendo per priorità tutti i componenti dei soccorsi sanitari e logistici, come ad esempio la Protezione civile. Tra i suoi obiettivi c è quello di individuare gli elementi necessari alla redazione di un piano di azione per la gestione della catastrofe. Il soccorritore, che è suo malgrado attore protagonista, non deve fare altro che rendersi disponibile e affidarsi a questo sistema collaudato. Il sistema infatti sa gestire questi eventi e dietro queste competenze c'è una formazione continua con corsi ed esercitazioni di tutto il personale, che poi si trova protagonista esperto avanzato di queste situazioni.

Qualora sia richiesto l'aiuto di un passante, in ogni modo, qualsiasi soccorritore laico che accorre per primo può rendersi disponibile e rendersi utile con poco. Se arrivate per primi a vedere questo evento la cosa da fare è mettersi in sicurezza, non avvicinarsi e chiamare immediatamente il numero 112 per richiedere l’intervento dei soccorsi. Bisogna indicare oltre alla via, le vie d'accesso, eventuali rischi particolari, se siamo in grado di vederli, e soprattutto il numero approssimativo di persone coinvolte. Ad esempio, nel caso di via del cantiere di via Mariti, se uno sapeva quanti operai vi fossero, si sarebbe stati subito a conoscenza del numero delle persone che avrebbero potuto avere bisogno dei soccorsi.

Al di là di tutto quello che è stato in questo terribile evento che ha scosso la nostra città, pianti, dolore, rabbia, condoglianze e operatori che anche loro hanno avuto bisogno di sostegno dopo le immagini crude alle quali nessuno potrà mai abituarsi, il problema più serio è che, come tutte le maxi-emergenze, all'inizio fanno un gran clamore, si scatena di tutto, tutti che scrivono, dolore, cordoglio. Politici, medici in prima linea che vengono intervistati. All’inizio sembra ci sia un grande interesse a migliorare le cose, poi però, finito il rumore, tutto torna come prima. Gli eroi vengono presto dimenticati e le vittime insieme a loro, per fare spazio alle cose che sanno fare business perché ogni volta la dimostrazione che ci viene data è quella. Per quanto possa valere il mio parere, niente cambierà finché non cambierà l'ordine dei valori a cui dare priorità.

Alessandra Fibbi
Infermiera emergenza territoriale 118 Firenze Prato Soccorso

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