Lotta al precariato, piaga sociale. Appello per una società più equa

Lotta al precariato, piaga sociale. Appello per una società più equa
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Il lavoro precario è una piaga sociale della società odierna. La difficoltà di trovare un posto di lavoro che permetta ad un ragazzo giovane di costruirsi un futuro stabile, di avere una casa e una famiglia è un problema che deve trovare assolutamente una soluzione. Ormai la precarietà giovanile è divenuta una consuetudine, nessuno si stupisce più se i nostri figli, magari laureati a pieni voti, sono costretti, per riuscire a crearsi una indipendenza economica, ad accettare lavori dequalificanti, saltuari, mal pagati e soprattutto senza alcuna copertura assicurativa e contributiva. Ma noi non dobbiamo rassegnarci, soprattutto le organizzazioni sindacali hanno il dovere di farsi carico di questo tema e stimolare il governo e le istituzioni nel trovare una soluzione.

Anche all’interno degli enti pubblici la precarietà lavorativa è divenuta strutturale. Basti pensare ai numerosi appalti di servizi che sono andati negli anni a sostituire il lavoro stabile, che dovrebbe essere garantito dall’articolo 97 della Costituzione, il quale prevede all’ultimo comma che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si acceda mediante concorso. Il blocco delle assunzioni causato dal ministro Brunetta nel 2008 è stato una delle cause primarie di questo pullulare di appalti di servizi, soprattutto nei settori culturali ed educativi degli enti locali. Ma ancora oggi, a distanza di oltre 15 anni, non si vede alcuna volontà di cambiamento e assistiamo così al paradosso per cui all’interno di tali enti vediamo lavorare gomito a gomito ragazzi precari e personale assunto a tempo indeterminato che svolgono le medesime mansioni ma con stipendi e tutele totalmente diverse. Ultimamente, stiamo assistendo ad una ripartenza nell’ambito delle procedure concorsuali. Molti enti pubblici hanno ricominciato ad assumere, anche perché 20 anni di blocco delle assunzioni hanno causato moltissimi problemi al funzionamento della macchina amministrativa, sia statale che degli enti locali. Tantissime persone sono andate in pensione senza essere state sostituite. Lo stesso Comune di Firenze che ai tempi d’oro vantava di avere oltre 7mila dipendenti, oggi fa fatica ad arrivare a 4mila.

Ciò significa solo una cosa: per erogare i servizi necessari alla cittadinanza fiorentina abbiamo bisogno di un supporto esterno e questo supporto viene dato dalle cooperative e quindi da lavoratori che, pur svolgendo le medesime attività dei dipendenti pubblici, sono in balia degli appalti e dei contratti che spesso non gli riconoscono un livello retributivo adeguato alle loro mansioni. Le amministrazioni che ritengono di essere all’avanguardia dovrebbero assolutamente farsi carico di trovare un rimedio a tale problema, incentivando ancora di più le assunzioni stabili, anche perché le nuove generazioni sono già state abbondantemente penalizzate da un sistema pensionistico che ha fortemente stravolto, negli ultimi anni, le loro prospettive di avere una vecchiaia serena.

Cerchiamo almeno di consentire ai nostri ragazzi una vita dignitosa dal punto di vista economico e contemporaneamente una prospettiva di carriera. Noi come Uil abbiamo deciso, insieme al nostro segretario generale Pierpaolo Bombardieri, di lanciare una campagna su precariato e sommerso. Non è tollerabile che in Italia ci siano tre milioni di lavoratori in nero, non è accettabile che un milione e trecento mila giovani abbiano lasciato il nostro paese per andare all’estero. Dagli ultimi dati il 33 per cento dei contratti cessati aveva una durata non superiore a 90 giorni, mentre il 18 per cento tra i 3 e i 90 giorni.

La Uil c’è, aspettiamo che anche le istituzioni facciano un passo nella giusta direzione.

Mariagrazia Sicari
Segretaria regionale UilFpl Toscana
Responsabile enti locali

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