La storia

Guido, medico di base e "globetrotter"

Nell'intervista ci ha dichiarato: "Percorro 150 chilometri al giorno per 1800 pazienti"

Guido, medico di base e "globetrotter"
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Ore 9.30: abbiamo finito il primo Ambulatorio di Rassina e adesso ci spostiamo a Chitignano, piccolo comune montano del Casentino, a dieci chilometri di distanza. Il dottor Guido Santini fa quel che può, passando le giornate in macchina per spostarsi da un ambulatorio all’altro.

Percorre ogni giorno 100 ai 150 chilometri, per star vicino a tanti pazienti (soprattutto anziani) che, altrimenti, sarebbero rimasti senza medico di famiglia.  Ha 31 anni. è medico di base con quasi 1800 mutuati, suddivisi in cinque comuni diversi della già vasta provincia di Arezzo. Guido, come lo chia- mano molti abitanti del Casentino, è uno dei tanti medici di famiglia in Italia che, per sopperire alla mancanza di personale sanitario, ha supe- rato il tetto dei 1500 pazienti. 

Ci siamo messi in viaggio e abbiamo seguito la sua giornata di lavoro. 

È giovedì mattina, il giorno più critico. Il motore della macchina è acceso e sul sedile posteriore c’è la valigetta con stetoscopio e misura pressione. Sono le dieci, ma lui è attivo da diverso tempo. 

A che ora ti sei alzato?

«Alle sette, abito ad Arezzo e alle otto ho aperto il primo ambulatorio a Rassina, una decina di visite e adesso ci spostiamo al secondo. Mi aspettano 10 ore di lavoro». 

Arriviamo a Chitignano. Ad attendere il dottore ci sono 15 pazienti: arriva, saluta, qualche pacca sulla spalla. La frase più ricorrente è: “chi è l’ultimo?”. Non ci sono numeri, le persone si conoscono e la fila diventa motivo di socializzazione». In tanti si lamentano del sistema sanitario toscano: «Per un appuntamento ci vogliono otto mesi, è grave. La sanità Toscana era una tra le migliori in Italia, adesso non più». 

Maria, mi fa un esempio pratico. «Per una visita oculistica ho chiamato 6 mesi fa e avrò l’appuntamento a marzo 2024». Parlando con noi, mentre ci spostiamo in auto nel terzo ambulatorio, abbiamo approfon- dito l’argomento con il dottore.  «La sostanza è che sono ancora pochi i soldi investiti nel nostro paese, ben sotto la media degli altri Stati europei e il personale è sotto dimensiona- to. Noi medici di base siamo pochi ed entro il 2025 ne per- deremo altri 3400. Nel frattem- po si moltiplicano i pazienti. E’ una situazione quasi insostenibile».

Ore 14.30 siamo a Talla, altro paese alle pendici del Casentino. 

«Siamo in un ambulatorio - dice il medico - all’arrivo un’altra mia casa, perché la mia vita domestica è composta da tanti ambulatori». 

All’Elba, per il medico di famiglia, offrono l’ombrellone la palestra. Lei ha avuto incentivi qua in Casentino? 

«Forse le castagne alla sagra. Battute a parte, ci vorrebbero incentivi mirati, seri, non una bazzecola economica». 

Abbiamo visto che il telefono squilla in continuazione, sembra il film di Verdone. 

«Molti chiamano per richiedere le ricette. Io ho dato a molti pazienti il mio cellulare, comunico molto anche via WhatsApp. E’ un modo per star loro vicini. Le ricette possono arrivare via e-mail, insomma si cerca di stare vicini ai pazienti anche in maniera multimediale». 

Ore 17 terminiamo gli am- bulatori. Quanti chilometri abbiamo percorso?
«Circa 180 e la benzina rientra nella mia diaria ordinaria come un medico che ha tutti gli ambulatori vicini in città. Chi ha un territorio più grande è più sfortunato».

Simone Bachini

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