8 settembre simbolo di democrazia e della bellezza di Firenze
Il sindaco Dario Nardella ha salutato la nascita del nuovo settimanale ricordando l'importanza della ricorrenza degli 80 anni dall'Armistizio
di Dario Nardella
Un nuovo giornale che nasce è sempre una buona notizia. La notizia è doppiamente positiva oggi, in una fase di crisi dell’editoria tradizionale. Qualcosa ancora si muove nel mondo della carta stampata, qualcuno ci crede ancora. Ci vuole coraggio e perseveranza, nella convinzione che investire sull’informazione di qualità - dagli approfondimenti alle notizie di pubblica utilità - non è per forza un salto nel buio. Chi comunica oggi deve per forza stare al passo con il cambiamento delle abitudini dei cittadini, ma questo non significa rincorrere ossessivamente le nuove tecnologie. C’è ancora bisogno di raggiungere il pubblico dei lettori in modo capillare anche col vecchio strumento cartaceo, che si può certo integrare con le formule digitali e si può incrociare con i media radiotelevisivi, ma non deve tradire la domanda di carta da sfogliare che ancora resiste. Questo vale in par- ticolare per l’informazione locale, ed è qui che si colloca la scommessa vincente di “007 Toscana”.
Nella mia esperienza di sindaco ho visto nascere, morire e talvolta rinascere varie esperienze editoriali. Per chi amministra una città è fondamentale il confronto con il mondo dell’informazione. Giornalisti seri, attenti, acuti, pervicaci nella ricostruzione dei fatti, non sono avversari per chi fa politica e amministra con passione la cosa pubblica; sono semmai pungolo dialettico e garanti dell’equilibrio democratico.
Il caso vuole che questo mio intervento sia ospitato sul numero di “007” che esce in una data significativa per la storia italiana. Esattamente 80 anni fa, l’8 settembre 1943, dopo anni di guerra terribile, l’armistizio dava la breve illusione della pace, mentre apriva un nuovo duro scenario: l’Italia divisa in due, la guerra partigiana di liberazione e gli strascichi sanguinosi dell’o ccupazione nazifascista. Quell’8 settembre, però, portava in sé anche i germi genuini della democrazia repubblicana che sarebbe sbocciata tre anni dopo insieme alle libertà di pensiero, di opinione, di stampa cancellate dal regime fascista e sancite solennemente nella nostra Costituzione.
A Firenze l’8 settembre è anche un’altra ricorrenza storica: 727 anni fa, l’8 set- tembre 1296, nel giorno de- dicato alla Natività di Maria, l’Opera di Santa Maria del Fiore fu fondata dalla Re- pubblica fiorentina per co- struire la cattedrale quale simbolo della ricchezza spi- rituale e civica di Firenze. Ci sono voluti 140 anni, ma an- cora oggi il Duomo è il sim- bolo della città, con la Cupola di Brunelleschi, modello di bellezza e di coraggio.
Tante volte mi chiedo: se Brunelleschi si presentasse oggi, gli lasceremmo fare le cose che ha fatto sei secoli fa? Glielo farebbero fare la burocrazia, il sistema vincolistico, i comitati per il no? Farebbero fare a Brunelleschi qualcosa di paragonabile alla cupola di cui andiamo tutti orgogliosi?
Quando vedo le bellezze di Firenze mi convinco sempre di più che non basta accontentarsi di conservare quello che abbiamo fatto in passato: significherebbe non essere all’altezza delle generazioni che hanno reso gran- de Firenze.
Con rispetto, ma non senza fiducia e ambizione, dobbiamo guardare al futuro. Ed è con questo spirito che rivolgo i miei migliori auguri di buon lavoro a Fabrizio Manfredini, ideatore e promotore di questa iniziativa editoriale, e a tutta la redazione di “007 Toscana”.