Editoriale/ Salario dignitoso, la battaglia politica di Movimento Centro
di Fabrizio Manfredini*
«Caro Direttore, l'altro giorno ho mandato un curriculum e sono stato richiamato. Mi hanno proposto 4 euro e 70 nette. Ripeto: 4 euro e 70 l’ora per 20 giorni, un contratto di un mese in pratica, con successive proroghe ed io sinceramente caro Manfredini non so se volevo sputargli al telefono o no. Assurdo veramente, siamo ancora a questo 4 euro e 70... ».
Questo è un vocale che ricevo, uno dei tanti, da un cittadino in cerca di lavoro, nella fattispecie nel settore multiservizi, lavoro di portierato nell'ambito della sicurezza. Documentan- domi trovo che il contratto nazionale lo consente, perché è intorno ai 4 euro e 60 la tariffa base conseguita dai sindacati per i contratti multiservizi. Il salario minimo è un argomento complesso e controverso, ma la sua implementazione potrebbe avere un impatto significativo sulla vita dei lavoratori e sulla società nel suo complesso.
Il salario minimo rappresenta la retribuzione minima che dovrebbe essere garantita ai lavoratori per una determinata quantità di lavoro. Questa definizione è condivisa e si trova nei documenti dell’Organizzazione internazionale del lavoro. In particolare, la Convenzione sulle retribuzioni minime (No. 131) e la Raccomandazione sulle retribuzioni minime (No. 135) forniscono linee guida in merito. L’obiettivo principale del salario minimo è contrastare la povertà, garantendo una retribuzione proporzionata al lavoro svolto. L’articolo 36 della Costituzione italiana stabilisce il diritto di ogni lavoratore a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro, sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e la famiglia. Tuttavia, la Costituzione non specifica una misura concreta per il salario minimo.
Attualmente, l’Italia non ha un salario minimo stabilito per legge. Nonostante alcune proposte legislative, il Parlamento non ha ancora approvato un salario minimo. La situazione sociale, normativa e politica continua a essere oggetto di dibattito. L’istituzione di un salario minimo ha vantaggi e svantaggi. Da un lato, protegge i lavoratori più vulnerabili e combatte la povertà. Dall’altro, potrebbe influenzare l’equilibrio tra domanda e offerta di lavoro e avere impatti sulle piccole imprese. La discussione su questo tema è aperta e coinvolge vari attori, tra cui sindacati, datori di lavoro e legislatori. Questi sono alcuni punti chiave del salario minimo, ma il vero tema sono le cooperative o le agenzie cerca-lavoro.
Per l'imprenditore che assume regolarmente e direttamente, ad esempio nel proprio ristorante, o un editore assume un giornalista per la propria redazione, il tema del salario oggettivamente non sussiste se guardiamo il netto in busta. Se poi parliamo della parte contributiva, per l'imprenditore è una catastrofe visto che mediamente è il doppio del salario netto in busta e per il lavoratore invece non c'è nessun beneficio in quanto usufruirà, se ne avrà tempo, della pensione alla tenera età in media di 65 anni. Le cooperative sono invece la vera questione. "L'amico nostro lettore" che mi manda il vocale riceve questa proposta perché ci sono minimo tre passaggi di subappalto fra cooperative.
Ma è cosi difficile capirlo o forse è più facile far finta di non "sentirlo" l'urlo della gente? E mi chiedo anche: chi cerca lavoro con le cooperative magari lo trova e direttamente invece no. Perché? Il vero dibattito è questo e non facciamo finta di nulla... prima o poi qualcuno di centrosinistra o di centrodestra, o magari entrambi, dovrà pagare dazio alle ‘supercazzole’ politico-culturali di comunicazione, stabilite a tavolino con rappresentanti di sindacati o di associazioni di categorie che tendenzialmente sono "dipendenti" dello stato e fanno il gioco dell'oca con il popolo. Non tutti, ci mancherebbe, ma sicuramente le più storiche sì.
Il popolo Italiano, non scordiamolo mai, dopo la seconda guerra mondiale ha ricostruito per intero la Germania e per rimanere tra le nostre mura il popolo fiorentino-toscano, di origine o di appartenenza, ad ogni catastrofe, vedi l'ultima alluvione pochi mesi fa, si è unito senza nessun datore di lavoro e volontariamente, per ore e ore, ha sudato per spalare fango e non solo, visto che lo Stato da solo non era in grado di aiutare tutta quella povera gente, scippata da errori strategici strutturali dei nostri sapienti geni delle costruzioni di argini, che però hanno colleghi che si ingegnano a far volare le auto e non prevedono una caduta di una trave in via Mariti o uno straripamento dei fiumi che da anni e anni devasta la nostra terra.
La mia battaglia e quella dei nostri movimenti politici Centro e Sud Chiama Nord sarà dura, molto dura su questo tema. Lo voglio ricordare all'affascinante attrice protagonista del momento del film perennemente nelle sale cinematografiche dei cittadini, dal titolo "Governare per il proprio successo", che si è susseguita ai suoi colleghi attori Conte, Draghi, Renzi, ora attori non protagonisti, ma sempre nel cast. Occhio che chi fa il regista da un fermo immagine o da un fotogramma, se vuole, sa svelare prima la sceneggiatura ed io adesso mi sono rotto di non dire prima il finale al popolo. Viva gli Oscar quelli veri, conquistati da registi e attori veri. E ricordiamolo sempre, dirigere e recitare un film è un'arte e una professione seria e a voi non riesce poi cosi bene.
*Leader Movimento Centro