Cinque stelle: «No all’accordo a prescindere con il Pd. Non è serio né rispettoso dell’elettorato»
Il Movimento 5 Stelle in Sardegna si è alleato – e ha vinto – con il Pd. A Firenze la situazione sembra più difficile. Aeroporto, Multiutility, studentati di lusso, mercificazione del turismo, alloggi popolari, cantieri, conflitti d’interesse, comunità energetiche… la calma apparente della pace coatta a livello nazionale fra Conte e Schlein si tinge di giallo a livello fiorentino, tra le numerose divergenze di programma e vedute tra la giunta Nardella e il programma di mandato dei penta stellati targati De Blasi. Nel dubbio, abbiamo posto la domanda a Roberto De Blasi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Palazzo Vecchio, ex candidato a sindaco.
Un'alleanza Pd-M5S alle prossime elezioni amministrative di Firenze metterebbe in difficoltà Italia Viva. Pensa che possa essere ripetibile a Firenze quanto accaduto in Sardegna?
«Al di là di mettere in difficoltà Renzi o meno, sia a livello politico che personale ritengo che i compagni di viaggio siano una scelta e non un’alternativa. Un accordo a prescindere non è serio, né rispettoso, né in linea con i principi che ci hanno guidato fino ad oggi. Da sardo e da rappresentate delle istituzioni a livello locale del Movimento 5 Stelle sono contento per la vittoria di Todde in Sardegna, ma più che una vittoria della coalizione credo che l’elezione di Alessandra sia una vera vittoria del territorio, delle persone e dei programmi comuni. ».
Quindi è l’ennesimo No, il vostro?
«Ci hanno spesso etichettato come il partito dei no, ma in realtà è solo un modo per deresponsabilizzare le forze di maggioranza nei confronti della cittadinanza».
Ci spieghi…
«Parlando di aeroporto ad esempio, le scelte della maggioranza di ampliare la pista e di conseguenza l’offerta significherebbe aumentare inquinamento e turismo di massa in una città già a limite della turistificazione che se da un lato porta soldi, dall’altro condanna e costringe i residenti a un maggiore inquinamento sonoro e ambientale ed una maggiore crisi d’identità sia a livello di centro storico che di sostenibilità economica e di stili di vita. Senza contare infine che scaricare altro cemento nella Piana, significherebbe girare la testa davanti a quanto di drammatico accaduto lo scorso novembre a Campi, che delinea la fragilità di un territorio già abbastanza aggredito».
Più che un “campo largo”, come ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, sembra un campo minato questo...
«Se si parla di alleanza “irreversibile”, bisogna tenere conto dove questa è davvero possibile, ovvero dove i programmi possono sovrapporsi. Altrimenti, parafrasando Conte, è inutile vincere con un'ammucchiata di partiti che fra loro non sono d’accordo su niente o quasi. Ciò significa semplicemente vincere, ma non governare. Ovvero, tradire l’interesse comune dei cittadini».
Avete preso contatto con gli altri alleati della coalizione di centro-sinistra, per esempio il Movimento Centro?
«Come consigliere comunale, partecipo ai tavoli e alle discussioni con le forze politiche con le quali riconosciamo un'assoluta vicinanza. Siamo in ottima sintonia con proposte o idee dell'associazione 11 Agosto. I programmi sono praticamente sovrapponibili, però gli unici titolati ad interloquire con le altre forze politiche e rappresentare quanto vogliamo realizzare per Firenze sono il coordinatore provinciale Andrea Quartini e la coordinatrice regionale, la presidente Irene Galletti».
In consiglio comunale in questa legislatura il Movimento 5 Stelle ha votato inizialmente sempre a favore del centro-sinistra, mentre nell'ultimo anno c'è stato da parte vostra un forte attacco a questa amministrazione. Come mai questo cambiamento?
«Abbiamo votato favorevolmente provvedimenti che abbiamo ritenuto di dover votare favorevolmente, indipendentemente dal periodo in cui si sono verificati. Anche io stesso ho presentato in consiglio comunale 473 atti e 103 sono stati approvati dalla maggioranza. Questo vuol dire che di fatto ci si raffronta con qualunque forza politica».
Comunque vadano le amministrative, secondo lei qual è la priorità per Firenze?
«La sicurezza. E per sicurezza intendo la sicurezza sociale, del lavoro, dei posti di lavoro. Noi abbiamo chiesto che la nostra amministrazione sia la prima ad applicare i 9 euro di salario minimo per i servizi in appalto. Quindi, stipendi dignitosi per tutti coloro che lavoreranno nell'ambito dell'amministrazione comunale. E poi: sicurezza per i più deboli. Ci sono 800 alloggi Erp sfitti ed una graduatoria, ferma all'anno scorso, con circa 2.400 persone che aspettano una casa. Il Comune di Firenze si sta impegnando solo ora, dopo dieci anni di mandato Nardella, a stanziare soldi per recuperare gli alloggi»