L’intervista a Sergio Pirozzi. Un uomo libero: passione e impegno civico

L’intervista a Sergio Pirozzi. Un uomo libero: passione e impegno civico
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di Domenico Lovisi

Cos'è che l'ha spinta a riprendere la carriera politica?
«Non la definirei carriera. Carriera è per chi fa politica per lavoro. Ho sempre fatto politica per passione. Io nasco sindaco con un'indennità di 750 euro al mese e ho sempre continuato a fare un altro lavoro, che è quello di allenatore. Nel 2009 infatti ero ad Ascoli impegnato con la squadra in serie B quando ho deciso di candidarmi a sindaco. Non l'ho fatto per carriera, ma perché sentivo di voler fare qualcosa per la mia terra. E’ un impegno civico per le persone. Ultimamente avevo deciso di abbandonare ogni velleità politica, ma ho capito che Cateno De Luca poteva mettere insieme con la sua figura e col suo impegno di sindaco nei vari comuni, le realtà civiche dei vari territori. Per cui il nostro il nostro sogno è di poter mandare qualcuno, in Europa e non solo, a rappresentare le istanze della gente senza condizionamenti».

Lei è per tutti il sindaco di Amatrice, anche se dopo è stato per 5 anni consigliere regionale del Lazio con una lista civica che ha preso il 5%, più di 154mila voti. Cosa porta con sé delle due esperienze politiche che le potrà essere utile in Europa?
«L'esperienza di sindaco è stata intensa, prima l'amministrazione dell'ordinario e poi all'improvviso dell'emergenza e della sofferenza. E' stato sempre un battersi contro tutto e tutti, dicendo bravo a chi faceva delle buone cose e dicendo asino a che faceva il contrario. Soprattutto a chi interveniva non conoscendo il territorio. L'esperienza in consiglio regionale è stata molto bella e gratificante. Tre leggi da me proposte sono state approvate all'unanimità. Questo è stato un grande riconoscimento al lavoro fatto, perché un consigliere regionale che sta all'opposizione difficilmente viene premiato con l'approvazione di tre leggi all'unanimità. Le leggi sono: la legge Pirozzi 12/2018, prima legge sulla prevenzione sismica, la legge di riforma del sistema della protezione vivile e la legge per i genitori separati. Questa è l'esperienza che porto con me. Insieme al contatto costante con le mie origini. Nei 5 anni in cui sono stato consigliere regionale ho continuato a vivere ad Amatrice andando avanti e indietro da Roma ogni giorno. Continuo a vivere ad Amatrice proprio per non perdere il contatto con le origini. Mai dimenticare da dove vieni».

La campagna elettorale parte infatti da Amatrice...
«Il nostro obiettivo è quello di dar voce a chi non ne ha. Poi, le partite si possono vincere, perdere o pareggiare, ma l'importante è avere la maglia sudata. Conosco bene i territori Amatrice, Norcia e Accumoli colpiti dal sisma. Territori di cui bisogna continuare a parlare perché il dramma dei centri abbandonati per il terremoto non cada nel dimenticatoio. la campagna elettorale parte da Amatrice con lo slogan ‘Un mondo a parte’ perché è il mondo che non viene raccontato e al quale invece vogliamo che venga ridata voce».

Lei è anche allenatore di calcio professionista, un uomo di sport. E’ scomparso Joe Barone dg della Fiorentina, un uomo con una storia importante, un siciliano che è andato in America e che poi è tornato in Italia, insieme a Rocco Commisso, come per ridare qualcosa al suo Paese di origine. Dare sempre tutto, al massimo, senza risparmiarsi, può essere deleterio?
«Sì, sono d'accordo, ne so qualcosa anche io. Impegnarsi sempre al massimo diventa spesso fonte di stress e questo può avere conseguenze anche gravi per il fisico. Lo stress può portare, come nel mio caso, a perdere parzialmente l'udito con un virus, o purtroppo, come nel caso di Joe Barone, a perdere la propria vita. Un uomo scomparso ancora giovane, faccio le mie condoglianze alla sua famiglia e alla città di Firenze. La sua è una storia importante, un uomo che emigra per andare all'estero è un uomo di grande coraggio. Solo i coraggiosi abbandonano la propria terra per intraprendere un'attività e costruirsi un futuro. Il fatto che poi sia tornato nella sua nazione per dare qualcosa di suo dimostra la grandezza dell'uomo. penso che ci siano persone che come noi appartengono a un mondo a parte e Joe Barone era tra questi».

Qual è stato il suo rapporto con la Toscana, pensando soprattutto al periodo dell'emergenza post terremoto?
«E' stato un rapporto straordinario. Ho incontrato associazioni importanti, ricordo gli amici di Campi Bisenzio, ma anche tanti comuni della Toscana, comuni piccoli e comuni più grandi. Ma tutti si sono adoperati per aiutarci, hanno fatto donazioni, raccolto fondi con l'iniziativa d e l l’amatriciana solidale. E' stata una risposta straordinaria perché la Toscana sa cos'è attraversare la zona rossa del dolore. I toscani hanno vissuto le alluvioni. E' un mondo che capisce la sofferenza degli altri. Il rapporto straordinario che si è creato con la Toscana dipende molto da questo. Solo chi ha attraversato la zona rossa del dolore forte legato a degli eventi naturali, o causati dall'incuria dell'uomo come le mancate manutenzioni del territorio e dei corsi d'acqua, conosce e capisce la sofferenza ed è pronto a donare quello che a sua volta ha ricevuto. Ricordo la grande solidarietà che ha avuto Firenze nel '66 con gli angeli del fango. Per cui i cittadini della Toscana han- no la predisposizione a capire la sofferenza perché lo hanno provato e sono pronti ad aiutare. Ancora oggi ho un rapporto straordinario con tante associazioni toscane».

E’ pronto per la campagna elettorale in Toscana?
«E ' un modo bello per tornare e incontrare tante persone. Ci sono anche tante persone che hanno deciso di non andare a votare perché deluse dalla politica. A loro rivolgo l'invito di votare per un movimento che sta dalla parte della gente e per Sergio Pirozzi, perché sanno chi è Sergo Pirozzi».

A proposito di delusioni della politica, cosa o chi l'ha delusa?
«L'elenco è lungo. Devo dire che la delusione forte è stata Giorgia Meloni perché se sei patriota lo sei sempre e lei ha tradito tanti principi, come la difesa dei territori e delle identità locali. Poi mi ha deluso Matteo Salvini. Io fondamentalmente venivo da quell'area di riferimento e sento che sono stati traditi i nostri valori. Ho un'estrazione di centrodestra ma nel 2018, alle elezioni regionali del Lazio, non mi candidarono perché forse non ero allineato. Allora corremmo da soli come lista civica prendendo il 5%, un risultato straordinario. Se la politica viene spesso definita un mondo al contrario perché lontana dalle persone, io dico che noi invece siamo un mondo a parte. Un mondo che sa qual è la realtà e che tanti di noi possono raccontare perché l'hanno vissuta in prima persona nei territori come amministratori».

Un mondo a parte che prevede le amministrative di Firenze?
«Le amministrative di Firenze sicuramente, ma si avranno altri appuntamenti. Penso che la chiave di volta sia che noi siamo uomini liberi, al servizio delle comunità. Non abbiamo padroni che ci dicono quello che dobbiamo fare per preservare gli obiettivi di gruppi di interesse».

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